mercoledì 2 marzo 2011

La cosa nel pozzo

Fatta giustizia dell'anziana signora che nel pomeriggio ci aveva cacciato in modo maleducato da casa sua, tutta la villa era a nostra disposizione, né ci mancava il tempo per visitarla. Le maggiori sorprese, tuttavia, si nascondevano nei luoghi ai quali non avremmo avuto accesso nemmeno con la più affabile delle padrone di casa: la soffitta e la cantina.

Visitammo per prima la soffitta, polverosa e disordinata. La defunta vecchina era stata una pessima massaia.

Ma come ben sanno gli antiquari, è nelle soffitte più polverose che si annidano i maggiori tesori, e questa non faceva eccezione. In più, non dovevamo neppure pagare. Dopo alcune ricerche, trovammo un vecchio baule, che conteneva gli effetti personali del defunto sig. Corwallis: un paio di occhiali, vecchi libri, un paio di lettere assai interessanti. Dopo aver assassinato la sorella, non ci saremmo certo imbarazzati nel leggere la sua corrispondenza: benché sia un atto poco signorile, spesso si rivela utile per le indagini. Questo caso non fu da meno: le lettere venivano dalla Transilvania, ed erano scritte dal Maestro della Confraternita della Bestia, il barone Hauptman : egli era venuto a Boston trent'anni prima, perché vi era nato Il Figlio (di chi non era dato sapere), una nascita rara e attesa dalla confraternita per motivi a noi ignoti. In seguito era venuto negli Stati Uniti, dove aveva donato a Cornwallis un paio di occhiali magici da lui stesso costruiti (gli stessi che avevamo appena rubato), e se ne era andato con un certo maestro Edward . Di certo, Il Figlio non era il figlio di Cornwallis, le date non combaciavano: in compenso, scoprimmo che aveva tentato di farlo vivere in una vasca della cantina.

Peugeot ebbe l'illuminazione: “E ora vive nel pozzo!”.

Non doveva essere un bambino normale.

In cantina, difatti, trovammo molto ciarpame inutile e la vasca, sporca e incrostata di alghe. Era tempo di affrontare l'ex bambino: ora che nessuno l'avrebbe più nutrito con polli andati a male, sarebbe uscito più spesso in cerca di prede umane.

Eravamo incerti su come agire: l'ideale sarebbe stato muoversi in silenzio in modo di non attrarre su di noi tutta la polizia dello Stato, e per questo scartammo quasi subito l'idea di Dimitri (riempire il pozzo di candelotti di dinamite accesi).

Bisognava agire d'astuzia.

Decidemmo di provocare il mostro, e poi colpirlo con le armi bianche: a tale scopo, trascinammo il cadavere di sua zia in cortile e lo gettammo nel pozzo. Dopo alcuni istanti di silenzio, udimmo una sorta di lamentio. Poi nulla.

Improvvisamente, fui io a sentire qualcosa: un tentacolo mi si avvinghiava alla gamba. Sguainai la sciabola e lo recisi di netto. Solo allora vidi l'orrore che usciva dal pozzo: una specie di ibrido fra un cervello e una medusa.

Disgraziatamente, Peugeot non aveva sentito la parte del piano sul fare silenzio e usare l'arma bianca, oppure preferì rimanere lontano, fatto sta che sparò una fucilata contro l'essere. Non lo infastidì nemmeno. Dimitri, invece, assestò un gran colpo d'ascia, e la bestia lasciò questa valle di lacrime.

Ci allontanammo in camion ostentando tranquillità, mentre sul posto accorreva la polizia.

Il giorno dopo, eravamo a New York, nella nostra Università, nel nostro laboratorio, con gli occhiali di Cornwallis. Von Castellan ci aveva già raccomandato di partire per la Transilvania, ma noi, prima, volevamo sapere qualcosa in più su questo oggetto ottico. Dimitri scelse la via diretta: li indossò, e un attimo dopo una zampa di un enorme ragno lo sfiorò.

Da allora, ogni volta che Peugeot vede un ragnetto, anche piccolo, comincia a tremare.

3 commenti:

  1. ...alle loro spalle aleggia ancora lo spirito dell'anziana signora!!!

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  2. La Vecchia tornerà di sicuro a cercarli!

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  3. Ad ogni modo dalla foto l'anziana signora non sembra poi così male... Forse avremmo potuto trattarla meglio!

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