mercoledì 23 febbraio 2011

Guai a Boston, parte 1: La cripta

Evidentemente, Von Castellan aveva capito che la situazione a Boston si sarebbe fatta dura: tre ore dopo la nostra relazione sugli eventi, ci si presenta un nuovo collaboratore: l'esperto Sakasà Sabà ha dimostrato subito di essere anche fortunato, visto che ci ha incrociati proprio sulla porta dell'albergo, mentre ci avviavamo a compiere un passo importante della nostra ricerca.

Dieci minuti più tardi e avrebbe dovuto cercarci direttamente al cimitero.

Avevamo, infatti, sentito versioni assai contrastanti sulla morte dei Cornwellis, e a dire il vero non del tutto convincenti. Ci stavamo chiedendo come saperne di più, quando il nostro Dimitri si è illuminato:

“Io ho sempre con me, sul camion, tutto il necessario per profanare le tombe!”

Un rapido sopralluogo al cimitero di Boston ci ha permesso di individuare la cripta familiare dei Cornwellis e di appurare che la sorveglianza era decisamente limitata: una guardia che girava attorno al lungo muro perimetrale, e solo perché, anni addietro, qualcuno aveva cercato di aprire proprio la tomba di Cornwellis per girarlo, secondo una antica pratica per impedire agli stregoni di risorgere. Ma era stato fermato.

Ma noi non saremmo stati altrettanto stolti.

A mezzanotte, verificata la posizione del guardiano, abbiamo scavalcato il muro, e dopo quattro ore di ricerca sotto la pioggia eravamo di fronte alla tomba giusta. Forse avremmo dovuto prendere dei riferimenti più precisi, durante il giorno.

Ad ogni modo, le tenebre erano ancora fitte, e siamo scivolati agevolmente nel sepolcro. Abbiamo aperto la tomba della signora Cornwellis: il cadavere era quasi decomposto, ma si vedeva ancora il proiettile che l'aveva uccisa, come riportato dai giornali dell'epoca.

La prima sorpresa ci è stata regalata dal di lei defunto consorte: sul cadavere rinsecchito si vedevano ancora i segni di un colpo da arma da taglio (un coltello?) che gli aveva squarciato la cassa toracica. E di questa violenza i giornali non avevano riportato nulla.

La maggior rivelazione, però, doveva venire dalla piccola tomba del bambino: era vuota e mai utilizzata. Eppure, secondo le cronache, era morto a pochi mesi, e dal suo trapasso erano iniziati i problemi familiari.

Rivoltato il cadavere di Cornwellis per prudenza, scattate le foto, avremmo voluto rimettere tutto a posto, ma la stanchezza ci ha giocato brutto scherzo: una lastra di marmo ci è caduta, spezzandosi con uno schianto che è rimbombato per tutta la cripta come una tromba del giudizio, e che certo avrebbe richiamato l'attenzione del guardiano.

Siamo fuggiti rapidi, Dimitri ci ha aiutato a scavalcare il muro e siamo tornati in albergo.

Il giorno dopo eravamo sul Boston Globe, come ancora sconosciuti profanatori della tomba di Cornwellis. Nessun cenno al cadavere mancante del bambino.

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