lunedì 14 febbraio 2011

Il salvataggio

Quando crei un piano perfetto, puoi essere certo che qualcosa andrà storto. A volte verrebbe proprio voglia di limitarsi all'uso più brutale della violenza, che però ha una controindicazione: la vittima della violenza potresti essere tu.

Io, Dimitri e Gustav (quando si è ripreso dal terrore della comparsa dell'Ithiano) ne avevamo uno audace e astuto allo stesso tempo. Durante la nostra visita notturna all'ufficio di Herbert, avevamo scoperto che era stato minacciato dai mafiosi di Baxter, tra i più violenti della zona, per non aver pagato “un servizio” non meglio identificato. Le nostri menti vi hanno lavorato per tutta la notte, e alla fine abbiamo convenuto che potesse riguardare la scomparsa di Paul.

Una notte nei bassifondi, passata a raccogliere informazioni, non ha fruttato molto più di qualche buon drink analcolico (o almeno così dichiarava il barista dall'occhiolino facile) e un caldo consiglio a non interagire direttamente con Baxter, uno dei più violenti malavitosi della zona.

Dovevamo strizzare un po' di informazioni a Herbert, ma con le buone non ci avrebbe mai rivelato nulla.

Un buon malavitoso si veste elegantemente, ma sotto il cappotto tiene armi da fuoco. All'occorrenza, si copre il volto.

Non era un travestimento difficile, e la sera ci siamo avviati verso la casa dove Herbert viveva solo, con l'intenzione di spacciarci per scagnozzi di Baxter, picchiarlo (in fondo era stato scortese con noi quando eravamo andati a trovarlo) e minacciarlo con parole vaghe, incalzandolo con frasi tipo “non sei soddisfatto del nostro lavoro? Cosa c'è che non ti è andato?”, per scoprire qualcosa. Contavamo che temesse una visita dei mafiosi.

Ma non avevamo considerato appieno la possibilità che avesse un buon motivo per temere gli uomini di Baxter: quando siamo arrivati all'appartamento del malcapitato procuratore, abbiamo trovato la porta aperta, e lui delirava, sfigurato, nel suo stesso sangue. Era stato pesantemente malmenato. Molto più di quanto non avremmo fatto noi.

Nessuno di noi ha la vera stoffa del malavitoso, comunque ci si possa vestire.

Non siamo, però, così mammolette da prestare aiuto allo sventurato (che, comunque, non era in pericolo di vita e si vedeva benissimo: tre settimane di ospedale e sarebbe stato come nuovo) senza prima perquisire l'appartamento. Io e Gustav ci abbiamo dato dentro, mentre Dimitri sorvegliava la porta con in pugno il fucile a pompa.

Bingo! Abbiamo trovato fatture per il ricovero di un certo Paulie Meldon presso un sanatorio per le malattie della mente, da pagare a partire dal giorno del rapimento di Paul Lemonde.

Herbert sarà senza dubbio un buon procuratore, ma non è un genio creativo nell'inventare nomi falsi.

Ci siamo precipitati alla clinica (non prima di chiamare un'ambulanza per Herbert, in segno di riconoscenza per l'ospitalità) per verificare che Meldon fosse proprio Lemonde, e non dare una delusione a mammina portandola lì senza certezze.

Una volta giunti, è venuto fuori che non potevamo vedere Paul. In verità, l'infermiera non voleva nemmeno confermaci la presenza di un ospite registrato a quel nome, e se non fosse entrata in azione la seducente barbetta francese di Gustav probabilmente avremmo ancora il dubbio.

Ma nemmeno l'arte amatoria transalpina poteva vincere le regole della riservatezza della clinica: solo Herbert aveva l'autorizzazione a vederlo. Io ho cominciato a piangere raccontando della mamma in pena.

In Italia avrebbe funzionato, ma questi dannati americani non hanno rispetto per il cuore di mamma! Gentaglia.

Alla fine è arrivato anche uno dei responsabili della clinica, e Dimitri ha cominciato a bersagliarlo con un'arringa da avvocato sostenendo che si trattava di sottrazione di persona, che avremmo potuto denunciare la clinica, fino a quando siamo stati condotti da Paul.

Era davvero Paul, e per fortuna era pazzo davvero.

Almeno, pazzo abbastanza da credere che il nostro francesino fosse il suo vecchio amico Rodgers, raccontandogli tutta la storia: il rapimento era stato inscenato da Herbert, all'unico scopo di permettergli di curarsi e riposarsi in quel sanatorio, dopo che le sue condizioni di stress si erano aggravate – anche perché Vilma, la gran millantatrice di amori inesistenti, lo aveva lasciato. Non abbiamo faticato a convincerlo a tornare dalla mamma, facendo leva sulla sua nostalgia e bisogno di affetto.

Purtroppo, dei 2000 dollari di ricompensa, Von Castellan si è tenuto il 40% come commissione.

Al mio ritorno in Università, ho scoperto che il mio assistente non aveva corretto che dieci prove di esame. Avrei voluto aiutarlo, ma sono stato costretto a dedicarmi notte e giorno allo studio dei Manoscritti Pnakotici. Se va bene, me la sbrigherò in quattro settimane.

di Jacopo de Medici

5 commenti:

  1. Sei un mito Jacopo, comunque secondo me Gustav fa il doppio gioco!!!

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  2. Grande Jacopo, mi piace molto come scrivi, i post sono suggestivi e divertenti! E complimenti anche a Denis per il layout del blog, alla prossima sessione!

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  3. Allora se ti piace perchènon hai messo che segui il blog, lavativo!!!

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  4. Perché, per adeguarsi al mondo di Chtulhu, preferisce rimanere celato nell'ombra?
    :)
    Grazie!

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